La sicurezza e il reddito di cittadinanza. Quì si gioca la partita
Ascoltiamo
in questi giorni, le dichiarazioni programmatiche dei leader politici. Un
vortice di proposte che nella maggior parte dei casi non verranno neppure
presentate nelle aule Parlamentari perché prive di copertura finanziaria,
incostituzionali e soprattutto fuori da ogni logica civile e morale.
Questo
chiaramente non vuol dire che non se ne potrà discutere nelle Commissioni di
merito dove comunque si potrebbero limare, aggiustare o addirittura modificare,
e di questo sono convinto che i partiti politici ne terranno conto, anche per
non smentirsi di fronte all’opinione pubblica e ai propri elettori.
Tutti,
e dico tutti, prevedono la partecipazione dello Stato a contribuire
economicamente per le famiglie povere, per i disoccupati, per le donne, per i
giovani. Le risorse dovrebbero arrivare da varie parti del sistema; chi dice
dal risparmio su vitalizi, privilegi e stipendi d’oro dei parlamentari e loro
lacchè, chi predilige prenderli dai cittadini grandi evasori, chi invece
propone di tagliare i rami secchi della pubblica amministrazione, chi invece propone
di abolire le partecipate, e chi, nonostante che le elezioni siano così vicine,
continua ad immaginare nuovi prelievi con disparate soluzioni. Staremo a
vedere, ma la cosa che più rabbia è il fatto che nessuno, nelle loro
proposte, indichi termini e soluzioni “tecniche” a ogni provvedimento promesso
e dichiarato. Bene giriamoci i pollici e pensiamo attentamente a quello che
dicono o che abbiano già detto questi leader in campagna elettorale.
Matteo
Salvini, che in tanti definiscono razzista, populista, che sta cavalcando
l’onda del malcontento proponendo l’assurdo, pare sia il più competitivo, forse
perché ci mette la faccia o forse perché evidentemente la politica ha paura di
certa verità. Non ritengo Salvini il “salva Italia “, ma è l’unico che parla di
sicurezza, e la sicurezza è la pietra miliare di una società libera. Certo non
sarà facile mettere ordine nella società italiana e garantire l’incolumità
degli italiani in tempi brevi, ma almeno qualcuno deve provarci, e soprattutto
crederci. Non ci ha provato la sinistra
in questi anni perché forse preoccupata ad occuparsi di altre cose, soprattutto
di come arginare il fenomeno migratorio, vera palla al piede del PD al governo.
Un fenomeno che non si ferma, che non si blocca così senza intervenire
drasticamente nella sostanza. Non ha più alcun senso farli arrivare, non c’è
più posto per loro se non nei centri di accoglienza dove assicurargli mangiare
e dormire. O lasciarli a chiedere elemosine davanti negozi di ogni tipo, bar,
tabacchi, farmacie, e poi davanti ai semafori, se non a svolgere la funzione di
posteggiatori abusivi, reclutati e organizzati tra l’altro dalla malavita.
Spaccio di droga e prostituzione sono ormai nelle loro mani da anni e anni e le
forze dell’ordine hanno le mani legate, la legislazione in materia è scarna di
sanzioni detentive, e loro lo sanno bene.
Un
altro programma importante che sarà determinante per queste elezioni è il
reddito di cittadinanza o comunque un reddito per disoccupati e giovani in
cerca di prima lavoro. Qui ci si gioca tanto, e diverse sono quindi le ricette
messe in campo, ma quella più golosa per gli italiani è sicuramente la proposta
del movimento 5 stelle che prevede un reddito pari a circa mille euro al mese
per un padre di famiglia per affrontare i problemi della vita quotidiana fino a
quando non si trovi un lavoro e comunque fino alla scelta di un massimo di tre
lavori. Qui il problema è dove trovare questi soldi per finanziare una norma
che se da un lato può aiutare i giovani ad inserirsi dall’altro può provocare
ai giovani stessi un incentivo a cullarsi di questo aiuto per non cercare
affatto il lavoro.
Un
sostegno alle famiglie povere anche per Forza Italia che propone altresì anche
il taglio alle tasse parificandole al 23%, ma c’è addirittura chi propone una
aliquota fissa al 15% per far muove l’economia del Paese e far nascere nuove
imprese sospinte dalla tassazione al ribasso.